Per il terzo anno consecutivo la prestigiosa Fondazione Giovanni Michelucci sarà l’istituzione organizzatrice del “Festival della nuova città” che si svolgerà dal 26 al 28 settembre in varie location tra Firenze e Fiesole, luogo d’elezione delle passate edizioni.

La terza edizione dal titolo “Abitare la transizione: ambientale, sociale, culturale” si sposta sul territorio fiorentino in tre luoghi simbolo che rappresentano la trasformazione della Firenze contemporanea – l’Innovation Center di Fondazione CR Firenze, MAD Murate Art District e Manifattura Tabacchi – per suggerire una riflessione sui temi dell’abitare, del fare architettonico, della transizione e della coesione sociale.

Il festival realizzato dalla Fondazione Giovanni Michelucci – con il significativo sostegno di Fondazione CR Firenze e Artemide, con il patrocinio di Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, dei Comuni soci Fondatori di Firenze, Fiesole, Pistoia e Olbia, di Ordine e Fondazione Architetti Firenze, del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e Dipartimento di Architettura e Progetto Sapienza Università di Roma, e in collaborazione con MAD - Murate Art District, Nana Bianca, Manifattura Tabacchi, Accademia del Caffè Espresso – rappresenta un appuntamento importante per chi, come la Fondazione, desidera mantenere alta l’attenzione sul legame tra architettura e trasformazione urbana, un processo da realizzarsi all’insegna della sostenibilità sotto ogni punto di vista: ambientale, sociale, economico e culturale.

Giovanni Michelucci, anni Settanta

La mission dell’istituzione fondata da Giovanni Michelucci è infatti sempre stata quella di interpretare l’“abitare” in un’ottica di coesione sociale e sviluppo sostenibile, di una società capace di governare consapevolmente il cambiamento, tra innovazione materiale e immateriale, scenari ambientali e nuove istanze sociali, per assicurare il benessere della collettività. 

I temi affrontati – che caratterizzano anche gran parte degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU – sviscerano la visione di Michelucci di una “Nuova Città” in cui l’essenza della dimensione umana di una comunità non possa prescindere dal suo essere contemporanea ovvero immersa nella consapevolezza di sé, nel proprio tempo e nel proprio territorio, con la capacità di muoversi verso il futuro, cogliendo la dimensione collettiva come motore del proprio sviluppo.

Giovanni Michelucci, Schizzo della Chiesa San Giovanni Battista, 1960, Firenze. Courtesy Fondazione Michelluci.

La fragilità degli scenari urbani e la loro transizione che permea l’abitare contemporaneo dal punto di vista ambientale, sociale e culturale, saranno oggetto di cinque convegni/talk che riprendono i temi delle politiche dell’abitare, della coesione sociale e degli scenari per il futuro, i focus avviati con successo nelle passate edizioni della rassegna. 

Giovanni Michelucci, Sede Cassa di Risparmio di Firenze, Firenze. Foto Arrigo Coppitz

Il festival del 2024 conferma, dunque, la visione portante di Giovanni Michelucci, con l’architettura come “organismo urbano”, espressione di relazioni individuali e collettive in cui tutti possono confrontarsi su luoghi e questioni del proprio tempo, diventare attori consapevoli di un modo particolare di intendere la “Nuova Città”. Ovvero, quella “architettura vivente” – così la descriveva Michelucci – esito di un processo progettuale corale con al centro l’uomo e la comunità. 

Giovanni Michelucci - Gruppo Toscano, Stazione Firenze Santa Maria Novella, Foto Alessio Guarino

È possibile scaricare programma dettagliato del festival con relatori e ospiti al seguente link: