"Bruno Morassutti appartiene alla dimensione di un 'fare' che non si impone in quanto tale,
ma è il risultato di un lungo percorso dove 'il pensare' è il risultato di un costante
e infinito colloquio con gli altri", Aldo Colonetti.
Il volume Electa accompagna la mostra Bruno Morassutti 100+1! (ADI Design Museum, 18 novembre 2021 - 23 gennaio 2022 ), realizzata in occasione del centenario della nascita di Bruno Morassutti (1920-2020) in omaggio a uno dei protagonisti della cultura architettonica italiana della seconda metà del Novecento.
Attraverso le interpretazioni inedite di storici dell’architettura e filosofi come Carlo Olmo e Aldo Colonetti, il catalogo esplora il percorso di mostra diviso in sette sezioni tematiche mettendo a confronto i vari ambiti di ricerca e i progetti più significativi realizzati da Morassutti lungo sessant’anni di attività, al fine di restituire il profilo di una personalità sfaccettata, aperta alle contaminazioni ed estremamente moderna nel suo approccio progettuale.
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Come ricordano i curatori Alessandro Colombo e Francesco Scullica, il metodo di Morassutti è caratterizzato dall’attenzione all’uso delle tecnologie, dei materiali, ma anche allo studio delle dimensioni degli spazi, dei componenti, nel rispetto delle persone considerate come tali e non come generici utenti. In questa prospettiva, emerge il tema dell’architettura in stretto dialogo con la natura, il contesto e l’ambiente, così come del suo ruolo sociale che, attraverso un’idea di qualità abitativa e di modularità degli spazi interni ed esterni, è in grado di rispondere alle esigenze reali delle persone in rapporto alla loro vita quotidiana individuale e di relazione. Fondamentale è l’esperienza in America che Morassutti ebbe modo di compiere, soggiornando per un anno nella comunità studio organizzata a Taliesin con Frank Lloyd Wright. In questo frangente poté confrontarsi con alcuni esponenti del Movimento Moderno, come Richard Neutra e Ludwig Mies van Der Rohe, maturando un’interpretazione soggettiva e mantenendo una certa autonomia rispetto agli strumenti conoscitivi delle influenze wrightiane.
Di rilievo è infine l’attenzione dedicata alle relazioni personali e professionali instaurate con intellettuali, filosofi, scienziati e artisti della scena culturale milanese del secondo dopoguerra - da Dino Buzzati a Gillo Dorfles, da Luca Cavalli Sforza a Lucio Fontana - con cui Morassutti condivise una comunanza di intenti e di visione, segnata da una necessità di ricostruzione della città e della nazione stessa.
Il volume raccoglie un ricco apparato iconografico di fotografie, schizzi e materiali d’archivio che documenta un ampia scelta di progetti tra cui si segnalano: Edificio di Via Quadronno (1960-62), progetto per il concorso In/Arch Domosic con Enzo Mari (1963), Villa Von Saurma, Termini di Sorrento (1963), Edificio industriale a Longarone (1964), Complesso IBM a Novedrate (1970-74), Progetto di concorso “Una Porta per Venezia”, per l’Ottava Biennale di Architettura di Venezia (1992).