La storica Cantina Bertani, fondata nel 1857 a pochi passi dal cuore di Verona, apre un nuovo capitolo con la riqualificazione di 800 metri quadrati dedicati all’accoglienza. Per questo ambizioso progetto, Bertani si è affidata all’expertise di Westway Architects - Luca Aureggi, Maurizio Condoluci e Laura Franceschini -, studio rinomato per la sua capacità di coniugare innovazione, eleganza architettonica e sostenibilità.

L'intervento non è solo un omaggio alla tradizione vinicola, ma un’apertura verso un’esperienza unica per appassionati e intenditori, confermando Bertani come meta imprescindibile per i wine lovers di tutto il mondo.

Westway Architects
©Andrea Martiradonna

“L’ospitalità in azienda rappresenta un veicolo di comunicazione della nostra storia”, afferma Alberto Lusini, Presidente e AD di Angelini Wines & Estates. "Il vino è un prodotto edonistico con una forte componente culturale, capace di raccontare la storia delle persone, dei territori, e delle tradizioni che lo creano. Il valore del vino risiede nella sua capacità di offrire esperienze uniche e personalizzate".

Westway Architects
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L’arte del vino e il fascino dell’architettura si incontrano in un progetto che celebra l’equilibrio perfetto tra innovazione e tradizione. Da un lato, una nuova architettura prende forma; dall’altro, un restauro meticoloso restituisce vita agli elementi storici, fondendo armoniosamente passato e presente. I colori, ispirati al territorio veronese, e i dettagli tratti dagli archivi dell’azienda intrecciano passato e presente in una narrazione che profuma di autenticità e innovazione.

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Grazie all’intervento di riqualificazione, sono stati valorizzati e riportati alla piena funzionalità alcuni spazi della cantina inutilizzati. Questo ha reso possibile immaginare e organizzare differenti percorsi di visita ben strutturati che permettono di scoprire e apprezzarne ogni angolo.

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Il progetto ha restituito vita a spazi inutilizzati, creando tre nuove sale di accoglienza: Sala Fondatori, Sala Archi e Sala Torchi. Ogni ambiente è connesso da un pavimento in cemento acidificato di manifattura artigianale, simbolo del lavoro dell’uomo e della storia aziendale.

Il progetto si è calato nell’identità storica di Bertani a tal punto che, pur non rinunciando a un vocabolario contemporaneo, riesce a dissimulare il tempo passato facendolo proprio, in una continuità che è segno di sensibilità e cura per una storia iniziata nel 1857.

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La sala Fondatori viene ripensata con un'importante divisione mobile che permette di viverla in due ambienti separati o nella sua totalità, pur mantenendo le proprie autonomie funzionali di sala degustazione e sala riunioni vera e propria. Da questa sala è visibile il corridoio che accoglie la maestosa parete con gli storici serbatoi in cemento.

La parete non è solo un dettaglio architettonico, ma diventa parte integrante dell’esperienza visiva, un filo conduttore che unisce e armonizza ogni ambiente, invitandoti a scoprire le radici storiche e la contemporaneità della cantina.

Westway Architects
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Nella sala centrale, chiamata Archi, caratterizzata appunto dalle suggestive arcate storiche di un vecchio fabbricato, ora integrato all’interno, si sviluppa un affascinante percorso visivo e museale che racconta la storia tangibile della cantina. Da qui, è possibile accedere alla cantina storica, scendendo una scala impreziosita da una sequenza di ceste in vimini originali, un tempo utilizzate per la vendemmia e installate a parete come se fossero un’opera d’arte in sé.

Westway Architects
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Entrando nella sala Torchi ci si può incontrare seduti su un divano o attorno a un tavolo in compagnia di due torchi, custodi del passato e delle radici della lavorazione vinicola.

“Abbiamo ripensato la percezione del luogo della Cantina utilizzando elementi storici del lavoro e della produzione come strumenti del racconto di un passato che sostanzia il presente. Il nostro intervento in chiave contemporanea ha sempre cercato di assecondare la storia, vivendola come un’alleata che racconta di un futuro sempre nuovo ma capace di esaltare i valori del passato”, Westway Architects.

Westway Architects

Un sofisticato progetto di illuminazione valorizza la matericità delle pareti, esaltandone i dettagli e le texture, mentre garantisce una visione ottimale degli elementi del percorso museale. Sono stati recuperati preziosi oggetti della produzione storica dell’azienda come gli stencil con cui si imprimevano i testi sulle casse in legno e vengono utilizzati per produrre con effetti di ombra degli interessanti sistemi di comunicazione visiva che usano la trama della parete come fondo su cui stagliarsi. Questo sistema luminoso, combinato con una segnaletica visiva accuratamente integrata, accompagna il visitatore in un’esperienza coinvolgente e armoniosa, completando il viaggio esplorativo all’interno degli spazi.

Lo scorso 29 ottobre 2024 il progetto si è aggiudicato il Trofeo Saint-Gobain Gyproc Italia nella categoria Innovazione.

Scheda progetto
Superficie totale: 800 mq totali; 700 destinati all’accoglienza; 100 di servizio
Opere edili: Consorzio Artigiano Scaligero
Pavimenti: Ideal Work
Rivestimenti: Ragno
Arredi fissi e mobili: Teknik
Illuminazione: Xal e Vibia
Plafoni fonoassorbenti: Ecophon (Saint Gobain)
Infissi: Delc
Divani: Meridiani
Pareti e contropareti a secco: Gyproc (Saint-Gobain)
Progetto architettonico e di allestimento: Westway Architects
Senior Architect: arch. Maurizio Condoluci
Junior Architect: arch. Silvia Clozza
Direzione Artistica: Westway Architects, arch. Maurizio Condoluci
Direzione dei lavori: Studio De Masi, ing. Maurizio De Masi, arch. Chiara De Masi
Progetto impianti: ing. Luca Vallicella
Coordinamento della Sicurezza: geom. Romina Framba
Coordinamento per la Proprietà: Giulia Bussinello, Sandro Fiorenza