Iwan Baan

La nuova sede regionale degli uffici della Guardia di Finanza a Bologna, in Italia, è un progetto situato in un contesto complesso: un'area ai margini racchiusa da partizioni urbane e caratterizzata da una serie di spazi eterogenei. A nord, la linea ferroviaria e la stazione ferroviaria ad alta velocità di Bologna creano un sipario continuo di partizioni e infrastrutture logistiche. A sud, c'è l'area dinamica e in evoluzione del DumBO Social Center. A est, confina con via Tanari e con i bordi stratificati della città stratificata di Bologna.

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Il progetto di DEMOGO interpreta questa condizione urbana marginale come un'opportunità di connessione e rigenerazione all'interno del distretto. La nuova struttura, perpendicolare a Via Tanari e perfettamente integrata con il nucleo originale della Caserma Bertarini, funziona come elemento compatto con un'elevazione articolata. Una serie di terrazze, in armonia con le aree degli uffici, sono progettate come estensioni esterne del programma. Questi giardini sopraelevati, che scendono gradualmente lungo i cinque piani fuori terra dell'edificio, sono concepiti come spazi che non solo migliorano la qualità ambientale delle aree di lavoro, ma stabiliscono anche un legame visivo con il paesaggio urbano della città di Bologna.

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Nonostante faccia parte di un complesso militare e, quindi, di un'area confinata e protetta, il Nuovo edificio per uffici della Guardia di Finanza stabilisce strategicamente una serie di collegamenti con il sistema urbano. DEMOGO ha sottolineato l'intenzione di trasformare il "confine" in una sorta di "terzo spazio", in grado di offrire dinamiche coinvolgenti di percezione e utilizzo. Ad esempio, la facciata meridionale è articolata con l'incorporazione di una passerella rialzata progettata per collegare i nuovi uffici agli spazi esistenti della Caserma Bertarini.

Verso ovest, la nuova architettura sorge di fronte alla partizione che separa l'area della caserma dallo spazio temporaneo di rigenerazione urbana DumBO, ospitato nell'ex cantiere merci ferroviario. Questo crea un'ulteriore opportunità di interazione visiva tra il complesso militare e la vita sociale della città.

L'edificio mostra compostezze e rigore compositivo, incorporando contemporaneamente soluzioni che mirano a elaborare una sottile trasgressione. Le facciate si dispiegano secondo una precisa composizione di corsi e profili di corde, delineando variazioni minime di rilievo sui frontali. Il risultato è un modello modulare di pannelli cromaticamente in grado di evocare i toni rossi dominanti che si trovano nelle trame materiali della città di Bologna.
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Il rapporto tra le facciate e il loro ambiente migliora il tema generale dell'ordine e la sua trasformazione all'interno della composizione architettonica. Il risultato è una forma che gli architetti suggeriscono di leggere come parte di un ampio piano di sequenze percettive.
A questo proposito, vari punti di osservazione, tra cui scorci fugaci e osservazioni frontali dirette, contribuiscono a una progressione visiva che si svolge sia orizzontalmente che verticalmente.

Il vero elemento che sconvolge e riconfigura simultaneamente gli spazi interni è la lunga scala incontrata immediatamente all'ingresso, che si dispiega linearmente lungo l'intera lunghezza dell'edificio. L'elemento costitutivo che ospita i nuovi uffici è interamente attraversato da questo elemento, che, oltre a enfatizzare la direzione verso l'alto del volume, collega visivamente tutti i livelli, guidando il movimento e lo sguardo degli individui immersi in una passeggiata che sale all'interno dei suoi dintorni.
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All'interno dell'edificio, c'è una spazialità ambivalente che si alterna tra aree private dedicate alle sezioni operative della Guardia di Finanza e spazi per l'interazione tra il personale. Le connessioni si espandono e trovano il loro culmine nei grandi balconi che si intersecano lungo la scala a vari livelli. La sala conferenze e gli uffici sui lati corti godono tutti di una terrazza verde o di una vista senza ostacoli del paesaggio circostante. Questa logica stabilisce un continuo interscambio tra lo spazio interno confinato e l'ampio spazio urbano esterno, una forma dinamica che mira a integrare l'edificio nella vita della città e viceversa.