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Il 12 settembre Edoardo Tresoldi ha presentato Opera, la sua nuova installazione permanente sul lungomare di Reggio Calabria, promossa e commissionata dal Comune e dalla Città Metropolitana. In occasione del week end di inaugurazione si è tenuta una serie di eventi gratuiti di musica, performance e poesia. L’installazione sonora del musicista e compositore Teho Teardo ha raccontato la fusione tra Opera e il luogo attraverso un disegno sonoro articolato nei diversi momenti della giornata: mattino, tramonto e notte. Inoltre, incursioni poetiche a cura del poeta e scrittore Franco Arminio. A sorpresa, il 12 settembre si è tenuto anche un concerto di eccezione: quello del noto cantautore calabrese Brunori Sas, vincitore del premio Tenco 2020.
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Opera nasce per celebrare la relazione contemplativa tra il luogo e l’essere umano attraverso il linguaggio architettonico classico e la trasparenza della Materia Assente, espressa tramite la rete metallica. L’architettura aperta - composta da un colonnato di 46 colonne che raggiungono gli 8 metri di altezza all’interno di un parco di 2.500 mq - offre un nuovo monumento attraversabile e completamente fruibile a cittadini e visitatori. L’installazione si inserisce all’interno di uno dei più ampi spazi pubblici europei e si propone come un nuovo landmark del territorio.
Opera è un monumento alla contemplazione attraverso cui il luogo definisce ulteriormente se stesso. Tresoldi gioca con la grammatica dell’architettura classica e la trasparenza per ricercare nuove poetiche visive in dialogo con il paesaggio circostante e i visitatori. Le colonne, archetipi fondanti del retaggio culturale occidentale, compongono una cornice aulica che conferisce al parco un’ulteriore chiave di lettura.
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L’installazione delinea un’agorà mentale che trasporta i visitatori in una dimensione percettiva mutevole tramite giochi di altezze e profondità con il parco. Opera apre relazioni in più direzioni all’interno di uno spazio già materialmente aperto: i corridoi prospettici corrono verso il paesaggio mentre le colonne trasparenti definiscono un’architettura che accoglie, accompagna e scandisce l’esperienza del luogo stabilendo un rapporto diretto tra terra e cielo.
I rimandi tra le colonne e gli alberi creano rapporti di luce e ombra secondo equilibri ariosi ma ritmati in una corrispondenza organica tra la trasparenza e lo spazio circostante. I contorni dell’opera perdono definizione per fondersi con il contesto in relazione all’impossibilità della scultura di “fermare l’ombra che rimane in ogni caso, come l’eco per il suono”, citando Arturo Martini.
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Opera dà forma inoltre alle riflessioni di Tresoldi sulla composizione e decomposizione architettonica: il dialogo tra l’installazione e il luogo si manifesta nella logica distributiva del colonnato che non si adegua del tutto a quella del parco. Simile al controcanto in musica, la loro sovrapposizione funziona come due melodie diverse ascoltate nello stesso momento: attraversando il parco il visitatore incontra armonie e disarmonie tra i due sistemi architettonici.
Nel suo ruolo di opera pubblica, Opera esplicita la relazione tra realtà e rappresentazione affidando alla trasparenza della Materia Assente il ruolo primario di sospensione spazio-temporale. L’installazione integra relazioni tra visibile e invisibile, individuo e collettività addentrandosi nella stratificazione di orizzonti ancestrali e pratiche quotidiane, ai confini di un terreno fisico e mentale e in bilico tra arte, architettura e paesaggio.
Opera è la seconda installazione di Tresoldi in Calabria dopo Il Collezionista di Venti a Pizzo del 2013 e la seconda grande opera pubblica permanente in Italia dopo la Basilica di Siponto in Puglia, commissionata dal MiBACT nel 2016.